La canapa legale contiene percentuali di THC inferiori allo 0.5% ovvero sotto la soglia consentita di principio psicoattivo. Non altera quindi lo stato di coscienza. La legge S.2144. che ha promosso la filiera della canapa nel nostro paese permette infatti la coltivazione solo di alcune varietà di cannabis sativa, quelle senza efficacia drogante.
Cosa è il CBD
La pianta di canapa contiene naturalmente circa un centinaio di cannabinoidi, oggetto di molte ricerche scientifiche. I cannabinoidi sono composti chimici prodotti dalle piante e dal corpo umano, che ha un vero e proprio sistema endocannabinoide. Gli endocannabinoidi sono fondamentali per lo sviluppo e il mantenimento dell’equilibrio del nostro organismo. Preservano la nostra salute e influiscono sul nostro comportamento, per esempio su emozioni, memoria, percezione di dolore e piacere, gestione dello stress e riposo.
Il fitocannabinoide più studiato e anche quello presente in concentrazioni più rilevanti in queste varietà di Cannabis Sativa L. è il cannabidiolo: CBD.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, il CBD non è una sostanza stupefacente (parere ribadito anche dalla Corte di giustizia europea nel 2019), non crea dipendenza e nè rischi di abuso.
Il CBD blocca la degradazione dei nostri endocannabinoidi, facendoli funzionare attivamente nel nostro corpo.
Come riportato nella relazione di valutazione preliminare Punto 5.2 dell’Organizzazione mondiale della sanità, “ci sono prove che il CBD (oltre all’epilessia) possa essere utile per una serie di altre condizioni mediche. Anche se queste ricerche sono meno avanzate rispetto al trattamento dell’epilessia. Per la maggior parte esistono solo prove precliniche, mentre per alcune esiste una combinazione di evidenze precliniche e cliniche limitate. La gamma di condizioni per le quali il CBD è stato valutato è vario, coerente con le sue proprietà neuroprotettive, antiepilettiche, ipossia-ischemia, ansiolitiche, antipsicopatiche, analgesiche, antinfiammatorie, antiasmatiche e antitumorali.” “Le prove per le varie applicazioni terapeutiche del CBD” riportate da Pisanti et al. (2017), includono: “Dolore, effetto analgesico in pazienti con dolore neuropatico resistente ad altri trattamenti; ansia, riduzione delle tensioni muscolari, irrequietezza, affaticamento, problemi di concentrazione (…);” e molte altre applicazioni per morbo di Alzheimer e Parkinson, sclerosi multipla, artrite reumatoide, psicosi, depressione, malattie infiammatorie, cardiovascolari e diabete. La tabella è consultabile nella relazione originale, a pagina 18: WHO PRE-REVIEW REPORT 2017
Oltre a importanti percentuali di CBD, la canapa contiene altri cannabinoidi non psicoattivi che, con flavonoidi e terpeni, potenziano l’efficacia di tutti i cannabinoidi presenti, grazie all’effetto entourage. Per approfondire leggi questo articolo dell’Università dell’Arizona.
La canapa nella storia
La canapa è una pianta molto antica, originaria dell’Asia, dove le prime testimonianze del suo utilizzo risalgono a 10000 anni fa. Oltre che per la fibra tessile, veniva utilizzata come farmaco agli albori della medicina cinese, le sue proprietà curative antidolorifiche infatti compaiono in un testo del 2700 a.C. I popoli indoariani ne conoscevano le proprietà psicoattive e le tramandarono ad Assiri e poi Sciti e Traci, che la utilizzavano durante riti religiosi, cerimonie e banchetti. In Europa veniva coltivata da Celti e Pitti nel III-IV secolo a.C.
La sua coltivazione ebbe un grande successo nella storia grazie alla facilità con cui cresceva anche su terreni sabbiosi, alla sua velocità di sviluppo e alla sua resistenza, ma soprattutto alla sua grande resa in fibre, olio, sostanze oleose per illuminazione ed energia, farinacei e mangime per animali.
Nel XVI secolo l’Italia era il secondo produttore mondiale di canapa destinata soprattutto alla lavorazione tessile per la produzione di vele e attrezzature per la marina inglese, ma anche per vestiario e carta. Nel XVII secolo i contadini di alcuni stati degli Stati Uniti erano addirittura obbligati a coltivarla. Fino alla seconda metà del ‘900 le fibre di canapa erano la materia prima per la produzione di carta, poi soppiantate dall’uso del legno. Negli anni ’30 Ford realizzò la prima auto eco sostenibile con carrozzeria, vernice e carburante derivati dalla canapa.
Ma nuovi interessi stavano sorgendo e cosi petrolio, plastica e nuovi medicinali soppiantarono definitivamente la pianta più duttile e produttiva che l’uomo avesse mai avuto a disposizione.
La Canapa come risorsa sostenibile
La sua coltivazione viene oggi rilanciata con molta più informazione e trasparenza, ridando il giusto valore a questa prodigiosa pianta.
E’ infatti una risorsa sostenibile utile in svariati settori e per questo protagonista del Green New Deal.
La canapa non consuma risorse per crescere, ha bisogno infatti di poca acqua e pesticidi; è rinnovabile, con un breve ciclo di vita di qualche mese, rendendo di fatto inutile la deforestazione; ha capacità chelanti, ovvero assorbe i metalli pesanti presenti nei terreni e nele acque, purificandoli. In fase di crescita assorbe anidride carbonica quattro volte più degli alberi, è biodegradabile e non inquinante.
Perchè come ricordavano i Navajo: “La Terra su cui viviamo non l’abbiamo ereditata dai nostri padri, l’abbiamo presa in prestito dai nostri figli”.
Possibili impieghi della Canapa
Considerata la sua capacità di rigenerarsi ogni anno è quindi molto più sostenibile del legno nella produzione di carta. Inoltre contiene più cellulosa, producendo carta di maggior qualità con un minor impiego di sostanze chimiche per la sua lavorazione.
Nel settore tessile la sua resa è del 600% in più rispetto al lino. La fibra di canapa è traspirante, termoregolatrice, igroscopica e antibatterica, adatta quindi anche alla produzione di tessuti tecnici specifici.
Nel campo edile tutti i materiali derivabili sono biodegradabili e riciclabili. I mattoni di canapa hanno una forte capacità isolante e migliorano la salubrità degli ambienti. La calce e canapa ha proprietà traspiranti e antiumidità, oltre che potere fonoassorbente.
Nell’industria cosmetica gli estratti di Cbd, le vitamine e gli acidi essenziali della pianta vengono impiegati nella creazione di creme, lozioni, gel, balsami dalle proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, antibatteriche e come specifici trattamenti per acne, psoriasi, eczemi.
La plastica di canapa è atossica, eco-compatibile e più resistente della plastica che si ottiene da gas e petrolio. Il suo utilizzo consente di cessare lo sfruttamento delle risorse fossili. Viene attualmente impiegata in parte dell’industria automobilistica, nell’elettronica e negli accessori. La Cina ha già aumentato la coltivazione di canapa nel suo territorio e produce per esempio le custodie degli smartphone in bioplastica; in Europa, una direttivao impone entro il 2025 una riduzione del 25% del consumo di materiali in plastica tradizionale.
Potrebbe anche venir usata come combustibile in sostituzione di petrolio e gas.
La canapa, ma soprattutto i suoi semi vengono utilizzati per produrre farina, olio, birra, ma anche alimenti per animali, oltre che esser largamente impiegata nella nutriceutica, per integratori di acidi grassi essenziali (Omega 3 e 6), vitamine e antiossidanti naturali.
A livello farmaceutico gli estratti di canapa sono considerati di supporto nel trattamento di ansia, dolore, patologie tumorali, controllo del diabete di tipo 2, condizioni infiammatorie, problemi digestivi, mobilità in caso di osteoartrosi ed epilessia.
Soul Flower CBD crede nella sua sostenibilità ambientale, quale coltura in grado di contribuire alla riduzione del consumo dei suoli, della desertificazione e della perdita di biodiversità e nella sua sostenibilità sociale, volta all’affermazione di stili di vita più ecologici, consapevoli e orientati al benessere.